Scuola dell'Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° Grado ad indirizzo Musicale

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L’IC “Deledda-S-G. Bosco” conclude il progetto “Il mese della legalità” con un evento al teatro Metropolitan con ospiti di rilievo nazionale

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Nella giornata del 08/04/2022 presso il teatro Metropolitan, l’IC Deledda-S.G. Bosco, con il patrocinio del Comune di Ginosa, ha organizzato un evento di rilievo internazionale per ricordare le stragi di Capaci e Via D’Amelio. Alla manifestazione hanno preso parte, oltre tutti gli studenti della scuola secondaria di I grado dell’istituto ginosino, gli studenti dell’IISS Bellisario, dell’Istituto Vico di Laterza, del Flacco di Castellaneta e dell’IC Calò di Ginosa.

L’incontro è stato moderato da Fabio Salvatore, scrittore e regista, e sono intervenuti il Sindaco di Ginosa, dott. Vito Parisi, l’On. Piera Aiello, parlamentare e testimone di giustizia con Paolo Borsellino, la Sig.ra Graziella Accetta, madre di Claudio Domino, ucciso a undici anni dalla mafia, Don Antonio Coluccia, sacerdote impegnato nella lotta contro la mafia e il dott. Cataldo Motta, già procuratore aggiunto, responsabile della direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce.

Gli alunni dell’indirizzo musicale hanno intonato numerosi brani e melodie legate al tema.

L’evento si è aperto con i saluti e le parole del Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo, dott.ssa Marina Agostino, che ha riportato grande soddisfazione per tutto il percorso seguito dal progetto, “Il mese della legalità”, che ha visto la comunità scolastica impegnata in una serie di incontri e di iniziative volte a sensibilizzare i cittadini del futuro al rispetto delle regole della società. Alla fine, il progetto è durato molto di più del tempo inizialmente preventivato e riscontrato un grande successo in termini di partecipazione ed entusiasmo suscitati.

Il Sindaco di Ginosa, dott. Vito Parisi, ha riferito di avere avuto sin da subito l’interesse verso il progetto e verso i valori che sono alla base della formazione della comunità della collettività.

Il primo ospite a prendere la parola è stata Graziella Accetta Domino, la mamma di Claudio.

Claudio Domino un bambino di 11 anni di San Lorenzo, quartiere di Palermo, che il 7 settembre di 1986 venne ucciso dalla mafia, probabilmente solo perché aveva visto qualcosa che non “avrebbe dovuto vedere”, mentre giocava in strada. Il racconto della signora Graziella ha suscitato una forte emozione e ha trasmesso il dovere che abbiamo nel ricordare ogni giorno le vittime della mafia soprattutto di chi ha perso un figlio. Nel suo emozionante racconto ha anche aggiunto che il trentesimo anniversario può essere anche un momento di ricordo per tutti i figli, perché loro sono invisibili e si parla pochissimo delle loro vite. Ci sono bambini molto piccoli, di appena 56 giorni e ci sono ragazzi di 17 anni. Tante storie di bambini che avrebbero avuto bisogno dei loro genitori e viceversa. A tal proposito alcuni ragazzi dell’istituto hanno ricordato i nomi e l’età di tutti i bambini e ragazzi uccisi dalla mafia.

Ha preso, poi, la parola l’Onorevole Piera Aiello che  ha raccontato agli studenti il suo matrimonio imposto da un genero mafioso, rievocato l’uccisione sotto i suoi occhi del marito, un fatto che poteva sembrare liberazione e fu invece la tomba della libertà in quanto perseguitata dai mafiosi che avevano ucciso il marito. La Aiello ha ricordato anche i lunghi anni trascorsi sotto regime di protezione lontana dalla sua terra, l’abbandono doloroso del nome e degli affetti, l’incontro con Paolo Borsellino e infine la vicenda della giovane cognata Rita Atria, come detto testimone di giustizia morta suicida. “Non arrendetevi mai , ribellatevi all’omertà e lottate sempre per affermare la verità e la giustizia”, l’invito agli studenti che, commossi e partecipi, hanno ascoltato le sue parole.

 

Il terzo ospite è stato Don Antonio Coluccia: il parroco antimafia. Il sacerdote da un bene confiscato alla banda della Magliana ha dato vita ad una casa-famiglia fondando l’Associazione opera Don Giustino e oggi si batte nel quartiere di San Basilio contro il business dello spaccio di droga. Da anni sotto scorta, per un agguato e diverse minacce di morte, ha spiegato ai ragazzi e alle ragazze cosa può succedere se si cade tra le braccia della criminalità. E ha spiegato come se ne può uscire.

 

Il dott. Motta, già procuratore aggiunto, responsabile della direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, ha raccontato ai ragazzi le proprie esperienze sul campo, offrendo la possibilità agli studenti di ampliare il proprio sguardo su quello che è il vastissimo panorama della lotta antimafia. In pensione dal 1º gennaio 2017, l’ex procuratore vuole mettere in luce quello che è la mafia oggi: “Dall’esterno può sembrare quasi che la Mafia in Puglia si sia estinta, ma non è così”. È  importante che la lotta alla mafia sia radicata nei cuore dei cittadini, e non sia solo un dovere delle Istituzioni. L’atteggiamento di rassegnazione è il terreno fertile della criminalità organizzata: se il popolo accetta la malavita, si giungerà inevitabilmente ad un punto di non ritorno. È necessario accendere nei giovani la volontà di combattere per la giustizia: sono proprio loro insieme futuro e speranza.

 

Grande soddisfazione nelle parole della referente del progetto, prof.ssa Rossella Andreula, che dopo aver ringraziato tutti quanti hanno collaborato, in particolare la prof.ssa Fiorenza Calabrese, ha auspicato che quanto fin qui fatto possa essere solo il punto di partenza verso un ruolo sempre più significativo della scuola per trasmettere il valore della legalità.

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