Scuola dell'Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° Grado ad indirizzo Musicale

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Giovedì 23 marzo circa 150 studenti adolescenti del nostro Istituto comprensivo hanno partecipato alla manifestazione-incontro WeFree organizzata dalla Comunità San Patrignano di Matera. Attraverso queste iniziative di prevenzione, denominate appunto weefre, si vuole far riflettere, le giovani menti dei nostri figli e alunni, sul dono della vita, sul rispetto verso sé e verso gli altri, sull’autonomia di pensiero, sulla ricerca di una felicità reale e non fittizia. Temi questi abbastanza ricorrenti nel percorso formativo che quotidianamente viviamo con i nostri studenti.

“Chi perde un genitore diventa orfano, chi perde il proprio congiunto diventa vedovo, chi perde un figlio…

(non c’è paradigma di riferimento)”. Sì, è proprio vero, per questa categoria sociale di dolore non c’è una categoria semantica a cui appartenere, forse perché è così innaturale e così grande la sofferenza che nemmeno i linguisti sono riusciti a creare un rapporto di inclusione appropriato! Così si racconta un padre che ha perso suo figlio appena quindicenne a seguito di un incidente stradale, causato da un autista sotto effetto di stupefacenti e con tasso alcolemico oltre la soglia massima prevista. Il regista-giornalista Luca Pagliari ha proposto alla nostra attenzione un breve film per niente assimilabile al film televisivo con colpi di scena, con “frasi fatte” bensì ha costruito una storia vera in cui un papà e una mamma si raccontano e ci raccontano, parole, le loro, che fanno muovere il cuore di chi ascolta.

Raccontarsi non è facile, ma questo è il canale più incisivo per far comprendere agli studenti che le droghe sono solo una falsa illusione di felicità; una giovane ragazza ha parlato di sé, della sua dipendenza, della sua vita priva di sogni, perché le sostanze stupefacenti annientano il desiderio, l’unico a sopravvivere è la ricerca del denaro per potersi “fare” quando insorge il bisogno. Una vita, la loro, in cui manca la dimensione temporale del futuro a lungo termine, ma è presente solo il futuro prossimo, perché legato ad un bisogno impellente: parole flebili comunicate dalla giovane ospite, vittima dell’emulazione e del gruppo.

Le parole usate dal regista e dall’ospite, durante la presentazione dei casi sono state “crude, dirette”, da noi adulti spesso censurate, ma volutamente usate perché corrispondenti al linguaggio trasgressivo degli adolescenti. I ragazzi sono stati invitati a riflettere sulle loro azioni, sull’uso dei social network, degli screenshot, delle chat; un’immagine vale più di mille parole, un video viene visualizzato di più di quanto venga letto un testo.

L’esortazione è stata quella di non dimenticare gli adolescenti che per insulti, per circolazione di immagini sui social, per denigrazione e tanto altro ancora si sono tolti la vita.

L’incontro ha visto il grande coinvolgimento dei nostri alunni; il silenzio ha dominato il teatro.

Ci siamo lasciati con due frasi topiche:

Il rispetto rende liberi.

Siamo entrati in teatro orfani di una parola: Rispetto. Ora Impariamola!

                                                                                                                                         

Mi piace concludere la mia breve riflessione con le parole della canzone di Fiorella Mannoia, che ben rappresentano la società dei nostri giorni e che si agganciano al tema conduttore dell’incontro con gli ospiti della comunità.

Ho sbagliato tante volte nella vita

Chissà quante volte ancora sbaglierò

In questa piccola parentesi infinita

Quante volte ho chiesto scusa e quante no

È una corsa che decide la sua meta

Quanti ricordi che si lasciano per strada

Quante volte ho rovesciato la clessidra

Questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa, che passa

Che sia benedetta

Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta

Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta

E siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta

Tenersela stretta

Siamo eterno, siamo passi, siamo storie

Siamo figli della nostra verità

E se è vero che c'è un Dio e non ci abbandona

Che sia fatta adesso la sua volontà

In questo traffico di sguardi senza meta

In quei sorrisi spenti per la strada

Quante volte condanniamo questa vita

Illudendoci d'averla già capita

Non basta, non basta

A chi trova se stesso nel proprio coraggio

A chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggio

A chi lotta da sempre e sopporta il dolore

Qui nessuno è diverso, nessuno è migliore

A chi ha perso tutto e riparte da zero perché niente finisce quando vivi davvero

A chi resta da solo abbracciato al silenzio

A chi dona l'amore che ha dentro

Che sia benedetta

Prof.ssa Damiana Mele

 

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